IL PANE INTEGRALE A LIEVITAZIONE NATURALE


Il pane davvero non può mancare sulle tavole di siciliani. Insieme alla pasta era un componente essenziale della dieta dei nostri antenati. Il pane, in particolare, era il compagno di viaggio dei contadini che la mattina presto partivano per i campi portando con sé un pezzo di “pani cunzatu” con quello che era disponibile (olio, prodotti della terra, acciughe, formaggio ecc).
Una tappa fondamentale della riscoperta degli antichi sapori è sicuramente la panificazione naturale con lievito madre (conosciuto anche come pasta madre, lievito naturale, pasta acida o crescente). Quest'ultimo non è altro che un impasto di farina e acqua acidificato da un complesso di lieviti e batteri che sono in grado di far partire la fermentazione. In passato fare il pane era un vero e proprio rituale e il pane era considerato sacro. Il capofamiglia andava al mulino a comprare la farina che doveva essere macinata fresca e la figlia più piccola, invece, aveva il compito di andare a prendere il crescente dall'ultima vicina che aveva panificato. Il lievito era infatti condiviso da tutte le famiglie del quartiere e girava di casa in casa, arricchendosi via via di nuovi batteri. La massaia, quindi, faceva grosse quantità di pane bastevole per una decina di giorni che veniva infornato nel forno a legna.
I vantaggi dell'utilizzo del lievito madre sono molteplici. Rispetto al lievito di birra (che contiene solo Saccharomyces cerevisiae), innanzitutto, contiene svariati ceppi batterici e in particolare Lactobacilli (probiotici) che sono in grado di sviluppare una fermentazione lattica (come sappiamo fondamentale per la salute del nostro intestino). I batteri contenutiti nel lievito madre, infatti, fanno parte della famiglia dei cosiddetti “batteri buoni” o probiotici che sono presenti a milioni sulla nostra cute e nel nostro intestino. Il lievito di birra è stato introdotto più per esigenze di tempo che per un reale beneficio in termini di prodotto finale, infatti utilizzarlo è un modo per velocizzare i tempi di lievitazione e poter rendere industriale anche la produzione del pane. La pasta madre richiede, infatti, dei tempi più lunghi di lievitazione ed è soggetta alle variazioni climatiche: ha comportamenti (e relativi tempi di lievitazione) diversi in base alle temperature dell'ambiente in cui viene utilizzata.
Quali sono i principi della lievitazione? Un impasto lievita (ossia aumenta di volume) e al suo interno si sviluppa anidride carbonica che, come tutti i gas, cercherà di andare verso l’alto; in questo suo percorso, incontra la resistenza del glutine che, sotto la spinta dell’anidride carbonica, si espande (il glutine è elastico), formando delle bolle di aria.
Nella lievitazione naturale (con pasta madre) l’anidride carbonica è prodotta dai fermenti lattici, ovvero batteri che trasformano il glucosio in anidride carbonica e acido lattico (fermentazione lattica). In quella con il lievito di birra invece l’anidride carbonica è prodotta sempre per fermentazione dei carboidrati, ma al posto dell’acido lattico si forma alcol etilico (fermentazione alcolica).

Nel complesso la panificazione con lievito madre apporta i seguenti benefici:
  • favorisce un migliore assorbimento di sostanze nutritive essenziali come calcio, ferro, magnesio, zinco, acido folico e vitamina B
  • riduce il contenuto di acido fitico della farina (fino al 62%)
  • riduce la parte proteica della farina rendendo il pane più digeribile e meglio tollerato da chi ha problemi col glutine
  • abbassa l'indice glicemico del pane e lo rende, quindi, più adatto ai diabetici
  • agisce come conservante naturale poiché i batteri contenuti nel crescente competono con i microorganismi che fanno ammuffire il pane e permette, così, di conservare il pane intatto anche per 10 o più giorni
  • permette di ripopolare la flora intestinale con microorganismi probiotici
  • grazie alla ricca presenza di fibre agisce anche come prebiotico e aiuta a combattere la stitichezza
  • ha scarsa presenza di lieviti, a differenza dei prodotti industriali, e questo ne aumenta la digeribilità e la tollerabilità.

Affinchè i suoi benefici possano essere sfruttati al massimo, è importante cominciare a consumare il pane il giorno dopo averlo cotto. Durante la cottura, infatti, all'interno dell'impasto non vengono superati i 100 °C e i microorganismi restano vivi, formando un nucleo centrale che resiste alla cottura; dopodichè la fermentazione riparte e i batteri si riproducono a partire dal nucleo. Quindi, se si aspetta l'indomani, si dà il tempo ai batteri di “ripopolare” il nostro pane e di donarci un prezioso alimento per il nostro intestino.


LA NOSTRA RICETTA:

Ingredienti:

Farina integrale di grano duro (meglio se di grandi antichi siciliani)

Lievito madre

Sale marino integrale

Acqua qb


Procedimento:

Tirare fuori dal frigo il lievito madre circa un'ora prima della panificazione (secondo stagione). Disporre la farina “a fontana”, mescolarvi bene il sale nella quantità di circa 20 grammi per chilo di farina o secondo gusto. Aggiungere al centro il lievito madre nella proporzione di circa il 20-30% in peso rispetto alla farina e versare lentamente sopra di esso l'acqua, cercando di scioglierlo bene. Cominciare a mescolare il tutto, aggiungendo lentamente acqua finché non si otterrà un impasto sodo che lascerà il piano di lavoro e le mani assolutamente puliti. Lavorare energicamente e a lungo l'impasto con i pugni. Inoltre sollevarlo in alto e poi sbatterlo con forza sul piano di lavoro. Questi accorgimenti permettono all'impasto di incorporare aria e ne facilitano la lievitazione. Finito di lavorare l'impasto, quando la pasta risulta morbida e liscia, fare le forme che più si gradiscono e praticarvi sopra dei tagli. Mettere a lievitare nel posto più caldo della casa e per comodità direttamente in teglia. La durata della lievitazione varia in relazione alla stagione e all'ambiente. D'inverno può arrivare anche a 8-10 ore. Il pane sarà lievitato quando i tagli saranno ben aperti. A questo punto infornare in forno statico per circa 40-45 minuti a 180 °C. I tempi di cottura variano comunque da forno a forno. Consumare il pane il giorno dopo averlo sfornato.


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